cosa sento?

cosa voglio?

cosa posso fare per realizzarlo?

mi soddisfa?

*
*
Questo, in Gestalt, si chiama 'ciclo del contatto' ed è il cuore del lavoro che il paziente fa in terapia


mercoledì 15 ottobre 2008

Laboratorio sugli archetipi femminili

DAL 5 FEBBRAIO AL 19 MARZO 2009
Tutti i giovedì dalle 19.30 alle 22.00

LE DEE DENTRO LA DONNA

Laboratorio autobiografico sugli archetipi femminili

Artemide, Era, Afrodite, Atena, Estia, Persefone, Demetra
per attivare una consapevolezza sulla nostra storia di vita e sul nostro personale ed unico modo di ‘essere donna’.

Un percorso che intreccia scrittura autobiografica e lettura dei principali miti femminili dell'antichità, per raccontare ricordare e scoprire l'identità unica di ciascuna donna.
Le sette dee olimpiche come archetipi dai quali trarre il senso profondo dell'essere amanti, mogli e figlie. Per apprendere sia la pienezza di una femminilità accogliente, sia la ricchezza di una femminilità indipendente, concentrata su sé stessa e autonoma.
Ogni donna è un universo animato dalle divinità.

Scopri quali archetipi femminili sono attivi in te,
quali non hanno mai voce in capitolo nel tuo presente

Il percorso è aperto a tutte le donne interessate a sé stesse e alla propria relazione con il mondo, con il proprio partner, i propri figli/e, i propri genitori, la società.

A tutte coloro che tengono diari o non ne hanno mai scritto uno.
A tutte coloro che sorridono con sé stesse o che aspirano a farlo.
Tutte sono le benvenute.


Conduzione di Barbara Pesenti psicoterapeuta

Firenze Via Mannelli 83, dalle 19.30 alle 22.00

Costo totale dei sette incontri (uno a settimana): 85 Euro

Prenotazione obbligatoria: +339 7188681


Storie Intrecciate - la narrazione come arte-terapia

Il modello narrativo delle “storie intrecciate” in psicoterapia
di Barbara Pesenti

Si noti come le metafore della mente siano il mondo che essa percepisce.
(Julian Jaynes, Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza)

Dal vasto sfondo della terapia narrativa e dell’approccio gestaltico esistenziale prende corpo il modello delle storie intrecciate, che si inserisce nel vasto panorama attuale delle arti-terapie.
Inizialmente applicato nelle psicoterapie individuali con pazienti psicotici, questo modello è risultato valido, negli ultimi anni, in molti altri campi della salute mentale e in ambito formativo.
Vorrei sottolineare che a tutt’oggi le storie intrecciate non costituiscono una semplice tecnica ma un vero e proprio approccio clinico di tipo narrativo, e, pur vivendo ancora una fase di sviluppo e di sperimentazione, da parte di un gruppo di psicoterapeuti residenti tra la Toscana e il Lazio, il modello può essere considerato uno strumento raffinato e d’avanguardia per l’attenzione che pone alla relazione Io-Tu tra terapeuta e paziente.
Amedeo Galluppi, lo psichiatra fondatore del modello, lo definisce in modo piuttosto ampio, ma preciso al tempo stesso, come un modo democratico e artistico di costruire e sviluppare la relazione col paziente.
Egli parla così del suo modello di terapia: “ fu sviluppato originariamente nella relazione con pazienti psicotici. Mi riferisco all’esperienza di trovarsi con persone che non possono figurarsi (‘narrarsi’) in prospettiva, o che si ‘accorgono’ di una realtà esistenziale completamente o fortemente passiva.
Immaginiamo la relazione di aiuto come percorso di ripristino di un flusso vitale.
Con la tecnica del racconto intrecciato armonizziamo la possibilità/capacità di esprimersi in una trama di cura.
La richiesta di aiuto viene espressa sotto forma di un racconto […] La ‘storia’ si intreccia all’esperienza di vita e lega (cuce) fantasie, avvenimenti sia consci che inconsci. Paziente e terapeuta sono in un rapporto reciproco senza distinzione di ruoli.”

Le storie intrecciate sono un campo terapeutico centrato sulla produzione immaginativa, immediatamente accolta, reciprocamente sostenuta e rinforzata dal dialogo terapeuta-paziente.
Quello che caratterizza principalmente il lavoro dell’intreccio di storie sta nel fatto che terapeuta e paziente si impegnano nella narrazione di un racconto, di una storia che parte da zero. Sia nel setting individuale che di gruppo essi danno forma ad uno spazio illimitato di invenzione e di fantasia, a partire comunque da un canovaccio che rappresenta delle indicazioni di lavoro. Le intenzioni e le direzioni riguardo alla storia sono sottoposte al libero arbitrio (scelte) di ciascun narratore e alla sua capacità di scambiare e modificare il materiale a disposizione in un preciso momento.
In sostanza, la terapia poggia su un canovaccio piuttosto che su una trama precostituita, per poi sviluppare un tessuto narrativo fatto di ambienti, personaggi e azioni che viaggiano lungo una trama sottile, continuamente modellabile, rivisitabile; dove l’esperienza della coerenza, della cronologia e del significato scivola in secondo piano; dove la prospettiva interpretativa del materiale che emerge viene completamente abbandonata per lasciare spazio all’esperienza evocativa e dell’intrecciare.
“La proposta costante del terapeuta” dice Galluppi “è orientata a dare forma ad uno spazio, non limitato, di invenzione e di fantasia. In esso tutto può succedere fra con-fusione e individuazione. L’unica regola del gioco è quella della reciprocità. Si gioca, si rappresenta, si comunica con tutto il corpo. La storia è contenitrice ed armonizzatrice. Il gioco liberamente espresso, liberamente modificato porta verso una ‘direzione’, verso il progetto di cura individuato strada facendo.
Paesaggi, personaggi, vicende, scenari di interni ed esterni trovano espressione in un gioco di figure archetipiche sul terreno della metafora. Una specie di gioco degli dei...”
La scarsa importanza assegnata all’interpretazione distingue chiaramente l’intreccio di storie di Galluppi da altri approcci narrativi, la maggior parte di matrice psicoanalitica, dove l’elemento teorico e quello interpretativo risultano ancora fondamentali, anche se molto discussi tra le varie scuole di pensiero. Autori quali A. Ferro e F. Petrella mostrano ad esempio di cogliere il valore delle storie in terapia come storie fondate prima di tutto sulla relazione, e con ciò si distaccano dalla tradizione psicoanalitica.
Le storie intrecciate si sviluppano piuttosto all’interno della psicoterapia gestaltica ad orientamento fenomenologico esistenziale e, pertanto, oltre a caratterizzarsi per la creatività, l’ascolto emotivo e l’uso dell’immaginazione come risorse terapeutiche, si distinguono per la qualità non interpretativa della relazione e per la pratica dell’ epoché (la sospensione del giudizio in merito a ciò che accade e in merito alla persona). Il lavoro è imperniato su un piano essenzialmente metaforico, che assegna un ampio margine di libertà espressiva e comunicativa al modello.

Psicoterapia della Gestalt ad orientamento fenomenologico esistenziale

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CONSULENZA PSICOLOGICA E PSICOTERAPIA individuale, di coppia, di gruppo * ** * INCONTRI E LABORATORI SU: modelli archetipici femminili e maschili, sogno, carattere, narrazione autobiografica, sessualità*** VISITA IL MIO SITO: WWW.CENTROCONTATTO.ORG